giovedì 28 agosto 2014
venerdì 28 dicembre 2012
lunedì 20 giugno 2011
giovedì 15 ottobre 2009
Carovana di sogni
Eccoci, tutti: in una carovana di sogni.
Una carovana, ma un sogno - un sogno ma una carovana.
E noi sappiamo riconoscere i sogni.
La speranza è là.
Bahaudin Naqshband
La Zattera
In Arabian Night
In Arabian Nights esamina il modo in cui le storie vengono usate per trasmettere idee, informazioni e valori in Marocco e nel mondo arabo … in un modo che da noi in Occidente è andato quasi del tutto perduto. Dimentichiamo che le storie sono state usate per millenni per l’insegnamento – come una pesca, hanno una deliziosa polpa esterna da gustare per far sì che il valore profondo, il nocciolo, sia trasmesso in modo che possa crescere. Noi releghiamo le storie al ruolo di intrattenimento per i bambini, mentre in effetti possono essere decodificate e usate per istruire.
In Arabian Nights, (la cui pubblicazione è prevista per dicembre negli Stati uniti e per la primavera 2008 nel Regno Unito), getta una luce sulla conoscenza che permette di decriptare le storie che tutti abbiamo sentito nella nostra vita, e illustra come essa sia là per essere compresa da noi. Nello stesso tempo è un libro sulle fondamenta culturali nascoste sulle quali il Marocco poggia.
Il Marocco è un paese arabo immerso nella storia, un regno di ricchi tessuti, di spezie aromatiche, e credenze magiche, adagiato su una tela culturale dai vibranti colori. Colpo di gomito nell’angolo nord-occidentale dell’Africa, è il ponte tra Oriente ed Occidente, separata dall’Europa soltanto da 8 miglia d’acqua.
Arrivare in Marocco può essere come entrare nel mondo de Le Mille e una Notte. È una terra governata da antichi codici d’onore, di dovere, di cavalleria e di rispetto. Questi valori sono stati tramandati per secoli da madre in figlia, da padre in figlio. Sono un ancestrale diritto di nascita ereditato attraverso un sistema una volta ben conosciuto in Occidente, ma da lungo tempo calcificato.
Quella di Tahir Shah è una famiglia di narratori di storie da mille anni. Ogni generazione ha tramandato alla successiva un vasto corpus di storie, e la conoscenza segreta per attivare la saggezza conservata al loro interno.
Come il testimone di una staffetta, le storie vengono passate attraverso i secoli, pronte ad agire come un manuale di istruzione per il mondo.
In Arabian Night mostra il Marocco in un modo in cui questo regno non è mai stato presentato prima, osservandolo attraverso l’antico uso delle sue storie come strumento di insegnamento.
Nello stesso tempo, Tahir svela la preoccupazione della sua famiglia per questa matrice segreta e studia come l’Occidente possa ancora una volta beneficiare della profonda conoscenza contenuta nelle storie che noi ogni giorno disprezziamo o diamo per scontate.
La pietra preziosa
L'assetato e l'acqua
Allora l'uomo staccò un mattone dal muro e lo buttò nell'acqua. Il rumore che si produsse fu una delizia per le sue orecchie. Egli andò avanti così, mattone dopo mattone, finché la gente gli chiese perché lo stesse facendo.
Egli rispose:
"Per due motivi. Il primo è che mi piace il suono che fa l'acqua a contatto con il mattone, che è come una musica per chi ha sete. E il secondo è che, ad ogni mattone che tolgo dal muro, mi avvicino un po' di più all'acqua".
Più l'uomo ha sete, più si strugge anche per il solo rumore dell'acqua, e più e più velocemente strappa i mattoni dal muro.
sabato 29 dicembre 2007
lunedì 9 luglio 2007
Prigioniero
venerdì 29 giugno 2007
Il racconto delle sabbie
Nato da remote montagne, un fiume solcò molte regioni per raggiungere finalmente le sabbie del deserto. Provò a superare questo ostacolo così come aveva fatto con gli altri, ma si accorse che, man mano che scorreva nella sabbia, le sue acque sparivano.Era convinto, tuttavia, che era suo destino attraversare quel deserto, eppure non ci riusciva ... Fu allora che una voce nascosta, proveniente dal deserto stesso, mormorò: "II vento attraversa il deserto; il fiume può fare altrettanto".Il fiume obiettò che, sebbene si lanciasse contro la sabbia, l'unico risultato era di essere assorbito, mentre il vento poteva volare e, quindi, attraversare il deserto."Lanciandoti nel tuo solito modo, il deserto non ti permetterà di attraversarlo. Potrai solo sparire o diventare una palude. Devi permettere al vento di trasportarti fino a destinazione". "Ma com'è possibile?"."Lasciandoti assorbire dal vento". Era un'idea inaccettabile per il fiume. In fin dei conti, non era mai stato assorbito prima d'ora. Non voleva perdere la sua individualità: una volta persa, come essere sicuri di poterla ritrovare?La sabbia rispose: "II vento svolge questa funzione: assorbe l'acqua, la trasporta al di sopra del deserto, poi la lascia ricadere. Cadendo sotto forma di pioggia, l'acqua ridiventa fiume"."Come posso sapere che è la verità?". "È così. Se non ci credi, potrai solo diventare una palude, e anche per questo ci vorranno anni e anni; e, comunque, non sarai più un fiume". "Ma non posso rimanere lo stesso fiume?"."In entrambi i casi non puoi rimanere lo stesso fiume", rispose il mormorio, "la parte essenziale di te viene portata via e forma di nuovo un fiume. Oggi porti questo nome perché non sai quale parte di te è quella essenziale".Queste parole risvegliarono certi echi nella memoria del fiume. Si ricordò vagamente di uno stato in cui egli - o forse una parte di sé? - era stato tra le braccia del vento. Si ricordò anche - ma era veramente un ricordo? - che questa era la cosa giusta, e non necessariamente la cosa più ovvia, da fare. Allora il fiume innalzò i suoi vapori verso le braccia accoglienti del vento. Questi, dolcemente e senza sforzo, li sollevò e li portò lontano, lasciandoli ricadere delicatamente non appena raggiunsero la cima di una montagna molto, molto lontana. Ed è proprio perché aveva dubitato, che il fiume poté ricordare e imprimere con più forza nella sua mente i dettagli della sua esperienza. "Sì, ora conosco la mia vera identità", si disse. Il fiume stava imparando. Ma le sabbie mormoravano: "Noi sappiamo, perché lo vediamo accadere giorno dopo giorno e perché noi, le sabbie, ci estendiamo dal fiume alla montagna". Ecco perché si dice che la via che permette al fiume della vita di proseguire il suo viaggio è scritta nelle sabbie.
* * * Questa bellissima storia si ritrova in molte lingue nella tradizione orale. Circola quasi sempre fra i dervisci e i loro allievi. È stata usata nella Rosa mistica del giardino del re, di Sir fairfax Cartwright (pubblicato in Inghilterra nel 1899). Questa versione proviene da Awad Afifi il tunisino, morto nel 1870.